Il primo assioma della legge di Murphy afferma che se una cosa può andar male, di certo lo farà e se volessimo trarre un corollario vetrario alla legge di Murphy enunceremmo che quando un vetro si romperà spontaneamente sarà il più grande, il più costoso, il più inaccessibile.
Perché un vetro dovrebbe rompersi spontaneamente?
Tra le caratteristiche di un materiale troviamo la dilatazione termica che, nel caso del vetro, riveste molta importanza nella valutazione del rischio della rottura causata da shock termico. La dilatazione termica del vetro è di tipo lineare, ciò significa che all’aumentare della temperatura di 1°C aumenta anche il volume del materiale di una certa unità. Allora, per uno stesso tipo di vetro, lastre di 3 metri si dilateranno 3 volte di più di lastre di 1 metro.
Inoltre, il vetro è un pessimo conduttore termico, pertanto qualora in una lastra di vetro si verifichi una differenza di temperatura maggiore di 40° C, si potrebbe incorrere nel fenomeno dello shock termico. Questo significa che se nella lastra di vetro si riscontrassero zone molto più calde rispetto ad altre, vi saranno anche aree con una dilatazione maggiore che potrebbero portare a rottura causata da stress termico. Ecco perché ogni piccola dilatazione riveste molta importanza nella valutazione del rischio.
Cosa bisogna considerare per ridurre il rischio di rottura del vetro da shock termico?
Innanzitutto, pensiamo ai serramenti che possono essere maggiormente esposti al rischio di rottura da shock termico; ad esempio, tra le tipologie esistenti possiamo trovare gli alzanti scorrevoli o i serramenti fissi. Se il rischio per i serramenti fissi risiede principalmente nelle dimensioni, poiché vengono utilizzati generalmente per coprire grandi superfici, gli alzanti scorrevoli mostrano problemi quando posti in apertura. Infatti, quando le due superfici vetrate sono sovrapposte, il calore tra i vetri può moltiplicarsi causando dilatazione termica.
Cosa valutare preventivamente per ridurre i rischi?
Nella fase di studio e progettazione dell’abitazione è opportuno evitare la presenza di ombre fisse su superfici vetrate: pilastri, alberi, tende esterne, frangisole, sistemi di raffreddamento o riscaldamento diretti sopra la lastra e qualsiasi altro fattore che possa interrompere l’omogeneità di temperatura sulla lastra, che come detto sopra, rappresenta un potenziale fattore di rischio di shock termico.
Per superfici vetrate superiori a 2,5mq è importante porre attenzione all’esposizione solare, da nord-est a nord-ovest passando per il sud, l’esposizione solare rappresenta un potenziale rischio per i vetri degli infissi di grandi dimensioni. In questo caso è necessario impiegare un vetro ad hoc: nella migliore delle ipotesi si utilizzano vetri temperati stratificati, dunque vetri sottoposti alla tempra, un processo di lavorazione del vetro in cui esso viene sottoposto a shock termici che vanno a modificare la struttura molecolare del vetro. Questa lavorazione seppur risolutiva rispetto al problema della rottura delle lastre ha dei limiti: oltre a modificare l’aspetto estetico del vetro, producendo una sorta di ondulazioni che potrebbero non essere piacevoli all’occhio, risulta essere molto costosa. Esistono però tecniche alternative a questa, che possono essere utilizzate, quali: vetri extrachiari e molatura a filo lucido del vetro.
I vetri extrachiari: differiscono dai vetri mid iron generalmente utilizzati per il loro contenuto di ossido ferrico. Il basso contenuto di ossido ferrico rende i vetri extrachiari molto più trasparenti (hanno una migliore resa cromatica), pertanto la luce li attraversa maggiormente. Se la maggior parte della radiazione luminosa attraversa il vetro, solo una piccola parte verrà assorbita. Di conseguenza il vetro di scalderà meno diminuendo la probabilità di rottura.
Altra contromisura adottabile è la molatura a filo lucido del vetro, questa lavorazione è volta a ridurre le macrocricche (fratture) presenti sul bordo del vetro causate dal taglio delle lastre. Minori fratture nel bordo del vetro potrebbero condurre meno rotture lungo il perimetro della lastra.
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